- “Quando vado a Parigi, a Londra, a Roma, dico sempre che non c’è nessun posto come New York. E’ la città più eccitante del mondo”.
Robert De Niro, attore americano.
- “Quando sono le 3 a New York, è sempre il 1938 a Londra”.
Bette Midler, attrice americana.
- “Non penso che tutti i rapporti dei servizi segreti siano scottanti. Alcuni giorni apprendo di più dal New York Times”.
John F. Kennedy, presidente americano (1917-1963)
- “Talvolta, al di là dei grattacieli, il grido di un rimorchiatore ti raggiunge nell’ insonnia e ti fa ricordare che questo deserto di ferro e cemento è un’ isola”.
Albert Camus, scrittore francese (1913-1960).
- “Era troppo per crederla vera ; così complicata, immensa, insondabile.
E così bella, vista da lontano: canyon d’ombra e di luce, scoppi di sole sulle facciate in cristallo, e il crepuscolo rosa che incorona i grattacieli come ombre senza sfondo drappeggiate su potenti abissi.”.
Jack Kerouac, scrittore americano (1922-1969).
- “Per cento volte ho pensato: New York è una catastrofe. E cinquanta volte ho aggiunto : una meravigliosa catastrofe”.
Le Corbusier, architetto francese (1887-1965).
- “Ed è New York la città più bella del mondo? Forse. Nessuna notte urbana è come la notte a New York. Ho guardato la città dall’alto dei grattaceli. Ed è allora che i grandi edifici perdono la loro realtà e la sostituiscono con poteri magici, diventando così immateriali che è come se esistessero solamente le finestre illuminate”.
Ezra Pound, poeta americano (1885-1972).
- “C’è qualcosa nell’aria di New York che rende il sonno inutile”.
Simone de Beauvoir, scrittrice francese (1908-1986).
- “Possiamo noi realmente “conoscere” l’universo? Dio mio, è già abbastanza difficile trovare la strada per uscire da Chinatown”.
Woody Allen, regista americano.
- “Voglio svegliarmi in una città che non dorme mai”.
Frank Sinatra, cantante americano (1915-1998).
- “Esco dal taxi ed è probabilmente l’unica città che in realtà sembra migliore rispetto alle cartoline: New York.”
Milos Forman, regista americano.
- “A New York mi sento a casa perché qui non c’è invidia ma competizione, tutti vogliono fare meglio degli altri, sempre, non pensano a demolire il prossimo ma a superarlo, ecco perché quando si va a dormire c’è la sensazione di perdere tempo”.
Maurizio Molinari, giornalista italiano.